16 dicembre 2014

“Esplorando i Misteri del Condominio” > Intervista di Amadeus a John De Leo


Nell'ambito della presentazione del suo ultimo album Il grande Abarasse, dove mescola avanguardia, jazz, elettronica e pop (recensito nel numero di dicembre della rivista Amadeus), John ha accennato all'influenza della musica classica nella composizione dei brani. Solleticati da quest'affermazione gli abbiamo posto alcune domande, facendo ulteriori scoperte.



Durante la presentazione del disco hai parlato di influenze classiche nella composizione delle canzoni, puoi spiegare più precisamente a cosa ti riferivi e quali compositori ti hanno ispirato?
 

 «In primo luogo vorrei ringraziare Amadeus (sia finito in una “Intervista Impossibile” di Manganelli?) per essersi messo in contatto con me. Ne sono onorato. Devo premettere che la mia attività artistica parte dalla musica popolare, nel tempo, tra le componenti che innesto nelle canzoni o nei piccoli componimenti, compare anche una percentuale di classica e di classica contemporanea. In questo mio ultimo lavoro discografico ci sono senz’altro i retaggi di un recente studio sulle musiche di Nino Rota (cui ho avuto modo di approfondire nel progetto “Il Bidone” di Gianluca Petrella, trombonista jazz e compositore), ci sono riferimenti a certa musica di intrattenimento anni ’50 come quella di Henry Mancini (ad esempio nel brano “Il Gatto Persiano – Theme”), fino a rielaborazioni timbriche che prendono spunto da composizioni di Gerard Grisey e che sperimento in alcune tracce nascoste del disco, quelle che io chiamo il “Ghost Album”.

[Tutta l’intervista sul portale di musica classica Amadeus online]

> In edicola su Amadeus n.301 la recensione de “Il Grande Abarasse” a cura di Riccardo Santangelo