17 maggio 2019

METTERSI SCOMODI

Riflessioni sull’Improvvisazione di John De Leo 

Pubblicato sull’Editoriale 93% Materiali per una politica non verbale 
a cura di Graziano Graziani 


[Ph. Stefano Questorio] 


[…] Prima di ogni altra cosa, l’improvvisazione per me è la ricerca in estemporanea della costruzione di un racconto plausibile che, nel divenire della narrazione irripetibile, si avvale, reinventa e trascende più linguaggi e che scaturisce e dipende indissolubilmente dal contesto esecutivo. Oltre che da eventuali altri narratori implicati se vi fossero, ovviamente.

[…] Premesso che quante più parole (note, fraseggi, stili) si conoscono quanto più si può articolare un discorso (composizione, rappresentazione), vale la pena soffermarsi su alcune variabili, forse anche ovvie, che hanno a che vedere con l’incidenza del “contesto esecutivo” sulle scelte del linguaggio espressivo da parte dell’improvvisatore.

[…] Avere coscienza del contesto, così come anelare a instaurare una qualche connessione con il pubblico (odiens) credo rientrino nelle responsabilità dell’artista. 
Le responsabilità del pubblico dovrebbero essere nelle istanze dell’ascolto senza preconcetti ma meglio non inerpicarsi in discorsi insanabili quanto domande esistenziali, destinati a perdersi nell’aria in circolo; le responsabilità rimbalzerebbero su quelle istituzioni che dovrebbero formare il pubblico, quindi verrebbero travolte dai venti delle politiche culturali per cadere infine nell’immensa cloaca iridescente dell’economia dell’Arte. Quindi non ne parlerò.


Grazie a Graziano GrazianiALDES e Roberto Castello